Ecco arrivata l'estate, outbound e inbound - Associazione Velica di Bracciano
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E’ arrivata l’estate.

La Magic si culla sul lago rimpiangendo un poco le acque fresche dei laghetti austriaci. E’una barca divertente e agile. Così la ha disegnata Raudaschl, campione del Finn e della Star. Per vari motivi, soprattutto commerciali, è rimasta essenzialmente una barca da lago diffusa in Austria, Svizzera, bassa Germania. Alcune sono in Belgio ed altri paesi che si affacciano sul mare del nord.

La relativa grandezza del nostro lago di Bracciano non da occasione di fare rilevamenti per orientarsi, basta guardarsi intorno. Diverso era l’ambiente di lavoro in volo sull’Europa, il Mediterraneo, l’Atlantico, le rotte siberiane o attraverso il continente africano. Anche la “piccolissima” pianura Padana riservava delle sorprese. Nebbia in val Padana come recitava Pozzetto! Con il diminuire della visibilità vengono a mancare via via i riferimenti più lontani e grandi, importanti e riconoscibili facilmente.

Quando l’orizzonte si avvicinasi naviga cercando di non perdere di vista una strada, una ferrovia, cercando nervosamente le antenne, le ciminiere ed i vari ostacoli disseminati sul territorio riportati sulle carte. In aereo. In barca non ci sono nemmeno quelli e resta solo la bussola e l’orologio. Come in volo su un deserto.

La costante per i neopiloti genovesi, i pinguini, ai primi voli da solista, era perdersi varcato il passo dei Giovi sull’Appennino.

Quella dei ragazzi di Novi Ligure… famosa per la Nutella e Svizzero? Nooo Novi, di quelli di Casale Monferrato, di Alessandria, invece la scarsissima capacità di manovra con il forte vento al traverso comune all’aeroporto di Genova Sestri e l’imbarazzo di fronte al mare aperto senza il minimo apparente riferimento. Non era raro che io e l’allora maggiore Di Dio alla scuola della Compagnia Generale Aeronautica di Genova facessimo scuola di decollo ed atterraggio ai piloti privati dell’entroterra. L’istruttore Franco Ravetti di Alessandria, al di la dei Giovi, dal canto suo era spesso impegnato via radio nel tentativo di portare sul campo di volo genovesi vaganti nel basso Piemonte.

La prima domanda: che autonomia hai? La seconda: cosa vedi? La terza puntuale era: che prua hai e sotto quale angolo la rilevi? Con calma ma in pochi decine di secondi aveva in pugno il “pinguino” ed era in grado di vettorarlo su Alessandria o uno dei tanti campi nelle vicinanze. Spesso Novi Ligure, un aeroporto dell’esercito che era ad appena 10 minuti da Alessandria ma con pista più lunga e senza ostacoli.

Ravetti tracciava mentalmente la posizione del velivolo del pilota sperso nel cielo da terra componendo prue e rilevamenti. Con due o tre domande era come fosse in volo lui stesso seduto a fianco al pinguino preoccupato.

Di qual tipo di rilevamento il famoso Ravetti faceva uso?

Non abbiamo dato fino ad ora nelle nostre letture un nome proprio ai rilevamenti. Facciamolo.

Rilevamento vero: è il rilevamento fatto facendo riferimento al nord geografico.

Quello, per intendersi, che fate sulla carta quando pianificate. I meridiani sono orientati verso il nord geografico quindi lo sono anche gli angoli riferiti ad essi.

Oppure in navigazione ma se utilizzate degli strumenti che si riferiscono al Ng.

In una precedente lettura ho fatto riferimento alle piattaforme inerziali.

Rilevamento magnetico: è quello che, fatto utilizzando una bussola o un sistema strumentale di ricezione ad esempio di un radiofaro, riceve informazioni rispetto al Nm.

Rilevamento polare: è l’angolo formato tra l’asse longitudinale del mezzo (la barca o l’aereo o noi stessi) e l’oggetto del rilevamento, compreso tra 0° (caso di oggetto in prua) fino a 360°, in senso orario.

Troverete, cercando in giro, che i rilevamenti polari si misurano tra 0° e 180° in senso orario ed antiorario partendo dalla prua della barca. Non sono d’accordo. Non sono stato abituato così. Ma tra 0° e 360°. Se avete letto gli articoli precedenti e vi siete esercitati potete scegliere la forma che più vi aggrada. Io sono stato allevato da piloti della seconda guerra mondiale e del dopo guerra quando i rilevamenti erano continui sia a vista che grazie a radiofari in media ed alta frequenza.

Sapete ormai bene dalle precedenti letture come la somma tra Prua e rilevamento polare ci informa della nostra linea di posizione. E questo necessita lo 0°-360° (o 359° per capirsi).

Ravetti era velocissimo e, poiché allora la declinazione era pari a 0° (fine anni ’70) poteva raffigurarsi con esattezza, senza correzioni, la posizione dello smarrito rispetto ad un ponte importante, ad una autostrada nord sud o est ovest, ad una ferrovia, ad un paese, mettendo in relazione tra loro almeno tre osservazioni.

Perché tre? Difficilmente si possono osservare tre elementi simili in luoghi diversi sotto gli stessi angoli.

Mentre si informava e faceva propri gli occhi del pinguino gli faceva mantenere la posizione descrivendo ampi cerchi.

Tornando a noi, in questa lettura utilizzeremo i rilevamenti per lasciare o arrivare in sicurezza ad una banchina.

Partiamo.

Siamo alla banchina, la baia è aperta a sud ed il vento viene anche esso da sud. Una situazione non difficile non fosse per una secca uscendo a destra (SW) e una zona protetta da evitare a sinistra (SE).

Le due aree da evitare sono limitate da due linee di posizione, la 160° e la 200° facenti capo ad un “lampione” sulla banchina. Potete immaginare il lampione al vertice di un cono. “L’angolo al lampione” è di 40°.

Decidiamo di lasciare la banchina prua al vento tonneggiandoci verso l’ancora che abbiamo lasciato opportunamente distante in direzione sud il giorno prima con la randa issata ed il fiocco sul ponte, pronto. Vogliamo potere manovrare subito appena l’ancora speda ma dare nello stesso tempo una buona visibilità al timoniere e libertà di movimento al prodiere.

Con l’ancora a bordo e sfruttando l’inerzia che il prodiere ha dato alla barca il timoniere decide di lasciare con mure a destra prua 130° di bolina cercando velocità.

Il cono nel quale si trova la barca è particolarmente stretto vicino alla banchina, appena partiti.

Con in bussola 130° con quale angolo rileverà il lampione il navigatore approssimandosi la radiale 160°?

Procedete come negli esercizi delle puntate precedenti.

Quando siamo sulla radiale 160° con prua 130°, l’angolo di intercettamento è di 30° e l’angolo sotto il quale dobbiamo vedere il lampione è di 210°.

Infatti: 130° + 210° = 340° (che è il reciproco di 160°)

160° è il nostro QDR

340° è il nostro QDM (il valore da assumere per andare verso il lampione diretti)

QDM e QDR sono voci del codice Q cui abbiamo accennato in precedenza.

Viriamo quindi per prua 230° per raggiungere la radiale 200° navigando all’interno del cono.

Con quale angolo rileverete il lampione quando sulla 200°? Rappresentate la situazione con un disegno prima di andare a vedere quelli a fondo pagina.

Così procedendo a zig-zag, mantenendoci in acque sicure e consentite usciamo. Il cono si allarga ed i tempi di percorrenza tra una radiale e l’altra si allungano.

Noterete che in ogni momento il trucchetto HO – VOGLIO – PRUA è rispettato. Il valore di ciò che vogliamo raggiungere (160 e 200) è sempre compreso tra i valori della radiale del momento e la prua.

Vogliamo rientrare. Dalla navigazione in allontanamento dal lampione (outbound) passiamo alla navigazione in avvicinamento (inbound).

Possiamo procedere a zig zag all’interno dello stesso cono delimitato dalle due radiali ma lo percorreremo in avvicinamento.

Invece di navigare in poppa piena, andatura instabile e poco redditizia decidiamo di navigare per prua 330°, di raggiungere la 200° e poi di mantenerla in avvicinamento con prua 020° fino alla banchina. Cioè di raggiungere la radiale 200° e poi di percorrerla inbound con in bussola il reciproco 020°.

Fate un altro schizzo (ne troverete due a piè di pagina ma non guardateli subito). Quale sarà l’angolo con cui rileverete la banchina raggiungendo la radiale 200°, dove dovrete manovrare per mantenerla?

E se scegliamo invece di andare dall’altra parte, di raggiungere e seguire la 160° con prua 030°?

Disegnate.

Potete ragionare sempre così.

Dovreste abituarvi però navigando in avvicinamento a lavorare con i reciproci delle radiali.

020° è il reciproco di 200°, 340° è il reciproco di 160°.

Ripetiamo. Con prua 020° percorriamo la radiale 200° inbound.

Se non avete ben presente il trucchetto HO, VOGLIO, PRUA che ho descritto per intercettare le radiali in allontanamento andate a rileggere la lettura precedente.

In avvicinamento Il valore da raggiungere (VOGLIO) rimane esterno invece che compreso tra gli altri due. Non spaventatevi perché è facile. Dovete solo riempire un mucchio di fogli di carta con esercizi ed un goniometro alla mano ed in testa.

Ripartiamo.

Nel nostro esempio siamo sulla radiale 180° del lampione appena fuori dalla baia (la prua per andare diretti alla banchina è quindi 360°).

Desideriamo raggiungere la radiale 200°(dove la prua per andare diretti alla banchina è 020°).

Assumiamo prua 330°.

In avvicinamento: HO QDM 360°, VOGLIO QDM 020°…saltate dall’altra parte PRUA 330°.

Lo schizzo dovrebbe aiutare. In alto nello schizzo ho disegnato una ipotetica bussola.

Se prendete un goniometro e disponete verso l’alto 360° (000°) vedete subito che 020° è sulla destra di 360° mentre 330° è dalla parte opposta … J

L’angolo di intercettamento, sempre compreso tra quello che volete e la prua che assumete è in questo caso di 50°.

Più piccolo l’angolo di intercettamento minore è lo spazio da percorrere.

Ma spesso è altrettanto importante intercettare la strada da seguire quanto prima possibile magari a costo di impiegare più tempo. Per esempio per imboccare un senso unico, passare tra linee dedicate alla pesca, evitare zone, eccetera.

Nel nostro caso 50° è un ottimo compromesso. Volessimo raggiungere prima possibile la nostra 200° (020°) dovremmo assumere prua 290°. Angolo di intercettamento di 90°.

Disegnate la situazione e valutate le varie possibilità con vari angoli. Inventa te altre baie, larghe, strette, profonde, eccetera.

Nulla vieta di procedere a zigzag tra una e l’altra con bracci sempre più stretti fin davanti al vostro obiettivo o di raggiungere una delle due radiali di “sbarramento” e di seguirla inbound.

Con la sola bussola di navigazione a bordo, componendo prua e rilevamento polare ad occhio ed al momento e avendo alla mano con sicurezza i reciproci di ogni valore si può fare tutto. Magari tenendosi un margine di sicurezza che dovete valutare voi stessi. Le variabili sono il vostro addestramento nella valutazione degli angoli, il meteo, lo standard dell’”equipaggio”, l’affidabilità della bussola, la conoscenza dei luoghi, la capacità di manovra e via via infinite altre.

Se avete due bussole, una di rilevamento dove traguardare direttamente l’oggetto del rilevamento le cose si semplificano (ma solo se avete ben chiaro il sistema e se siete allenati a far senza!). Soprattutto potete essere più precisi. Purtroppo però dovete verificare SPESSO l’attendibilità di due strumenti invece che di uno solo.

Se navigate invece strumentalmente, nella nebbia o di notte con l’aiuto di uno o più radiofari e avete un ricevitore che alla rosa della bussola sovrappone un indicatore che punta il radiofaro allora le cose cambiano radicalmente. Avreste in ogni momento la coda dell’aghetto che indica la radiale sulla quale siete mentre la punta indica il reciproco, il valore in gradi da assumere per andare direttamente sulla stazione emittente il segnale. Con il giochetto HO VOGLIO PRUA in senso orario o antiorario in allontanamento oppure PRUA HO VOGLIO e viceversa in avvicinamento lavorando con i reciproci, istante per istante si segue la navigazione.

Torniamo un attimo al nostro esercizio. Raggiunta la 020° inbound vogliamo continuare diretti verso il lampione sulla banchina. Scarroccio, piccole correnti, errori di manovra ci faranno sicuramente deviare verso destra o sinistra. Ce ne accorgiamo subito. Mantenendo la bussola incollata sul valore 020° se il lampione si sposta verso sinistra siamo dentro il cono. Il valore QDM diminuisce.

Se il lampione si sposta verso destra entriamo nella zona vietata!!Il QDM aumenta.

Nel primo caso riportando il rilevamento sulla bussola leggerete un valore inferiore a 020° (quindi un reciproco inferiore a 200°(siete nel cono).

Nel secondo caso un valore superiore a 020° (quindi un reciproco superiore a 200° (fuori dal cono).

Giocate, riempite fogli di carta con mappe inventate e situazioni diverse e fate vostro lo spazio intorno a voi.

E, se volete, chiamate, scrivete, venite. Lo faremo insieme all’Associazione Velica Bracciano.

A proposito, se non siete soci e segnalate errori in articoli nella mia rubrica vincete un giro sulla mia Magic! Mmmhh, va bene, anche se siete soci. Senza scarpe però o belle nuove, leggere e nuovissime.. 🙂 Se poi pesate meno di settanta kg.  ..Due (2) giri invece di uno!

 

Ci vediamo a settembre!

Franco

dr.francobelmonte@gmail.com